Il Topo quercino

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Uno scricchiolio sulle travi della vecchia stalla, si sovrappone a qualche assonnato muggito. Fuori la neve ricopre ancora i dolci profili vallivi e i pascoli, ma all'interno, la temperatura è più mite e segna il risveglio di un simpatico abitatore delle Alpi. Un quercino fa capolino… sembra un pirata, un vendicatore mascherato.. ma in realtà è un ghiotto divoratore di bacche che aspetta il disgelo e la primavera per tornare alle sue acrobatiche evoluzioni tra i rami più esili di faggi e betulle.

Il Topo quercino Eliomys quercinus è uno dei 4 Gliridi presenti in Italia; pur appartenendo alla stessa famiglia del Ghiro evidenzia abitudini ed una biologia differente. E' certamente uno dei micromammiferi più facili da identificare in virtù della mascherina nera attorno all'occhio che insieme alle orecchie sporgenti gli conferiscono un aspetto simpatico. E' dotato, come gli altri Gliridi, di eccellenti capacità arboricole; la sua leggerezza gli consente di muoversi con agilità anche tra i rami più esili, quasi sempre, tenendosi con la sua lunga coda "prensile". Inoltre, come altri animali arboricoli, è capace, specie se si sente minacciato, di lanciarsi nel vuoto, compiendo salti prodigiosi e distendendo le zampe anteriori in avanti alla ricerca di un appiglio con atteggiamenti che lo associano allo scoiattolo volante. Il suo nome non tragga in inganno, l' areale distributivo è ampio, in virtù di una plasticità adattativa che lo induce a colonizzare diverse realtà vegetative: facile, pertanto, rinvenirlo nei boschi di faggio, nei frutteti e nei giardini in collina e sino ai 2000 metri, ai margini delle nevi perenni. Il Topo quercino è abbastanza comune, ma difficilmente visibile perché la sua attività si accentua al crepuscolo e di notte. La vita per questo specie è intrisa d'insidie: al chiarore della luna, mentre si alimenta di bacche, noci, invertebrati e uova di passeriformi può cadere inesorabilmente tra gli artigli o le fauci di un suo implacabile nemico. Oltre ai rapaci notturni che riescono a catturarlo con frequenza, il quercino soffre la presenza dei mustelidi, temibilissimi predatori capaci di sfidarlo con successo sul suo terreno: la velocità di movimento. La martora e la faina dividendo gli stessi ambienti, assurgono a ruolo di predatori elettivi, ma quando questo Gliride si sposta in quota, i macereti divengono lo scenario di spettacolari inseguimenti da parte degli ermellini. Recenti studi condotti in aree a clima mediterraneo hanno posto all'attenzione un nuovo potenziale pericolo per il quercino: il Ratto può infatti decimare le popolazioni di questo piccolo Gliride divenendo un fattore limitante della specie. A contrasto delle abitudini crepuscolari, il Topo quercino è solitamente vivace e vocifero ed emette una vasta gamma di suoni, squittii e non raramente… russa! Di giorno ama crogiolarsi in un nido sferoidale costituito da piume, vegetali e pelo anche se lo si può rinvenire facilmente anche in tronchi ed in vecchi muri a secco. Per il periodo letargico invernale, il quercino è più prudente e lo si può rinvenire in fienili, stalle o n tane sotterranee, pertanto non è da escludere che durante opere di riordino, durante la brutta stagione, sia facilitato un incontro ravvicinato con qualche individuo in dormienza. 

di  Marco Mastrorilli