IL PASSERO DOMESTICO

Copyright © 1999-2000 Baldovino Midali

Nel silenzio che durante l’inverno pervade la natura, s’odono a volte le dispute e i cinguettii sommessi e “bisbetici” delle colonie di passeri, in particolare nelle nostre campagne, nelle vicinanze delle cascine, quando a gruppetti si radunano alla ricerca confortevole dei tiepidi raggi del sole che  fa capolino, di quando in quando, tra le nebbie.

Se concediamo al merlo l’onore di essere il più simpatico ospite dei nostri giardini, al passero spetta senza dubbio quello di fedeltà alle nostre cascine, ovunque si conduca ancora attività agricola, ma anche delle nostre case, dove sceglie come alloggio permanente il tetto, che diviene spesso una sorta di condominio, a volte assai affollato.

I passeri [Passer italiae] sono infatti una specie gregaria per tutto l’anno, un po’ come le rondini, che con loro condividono la vita di campagna, ma diversamente da queste essi sono sedentari, e passano tutta la loro vita nei luoghi dove sono nati e dei quali conoscono ogni segreto.

Questa vita gregaria, legata ad ambienti ristretti, permette loro anche una sorta di “apprendimento”, in particolare dei luoghi, delle abitudini umane e dei pericoli che si nascondono un po’  dovunque. 

Il piccolo sparviere li insegue tra i rami degli alberi, mentre altre specie di rapaci diurni tendono loro agguati silenziosi. I gatti domestici sono una costante minaccia, specialmente in campagna e nel periodo della riproduzione, quando scovano e saccheggiano i loro nidi nascosti sotto le tegole dei tetti o in anfratti tra i muri sconnessi delle vecchie abitazioni o dei fienili. La notte, a impersonare il pericolo sono le martore, abilissime cacciatrici che insidiano le loro prede tra i rami degli alberi, dove i passeri trovano rifugio la sera.

Quella del passero pare essere una vita legata indissolubilmente all’uomo e alle sue attività. Questa specie è presente ovunque vi siano insediamenti umani, dalle grandi città ai piccoli villaggi sparsi tra le montagne, dove vi siano campi coltivati a cereali, prati o comunque piccole attività legate al tradizionale lavoro della terra. Basta avvicinarsi ad un piccolo pollaio indisturbato di periferia per vedere improvvisamente frullare e sparpagliarsi nell’aria una nuvola di questi piccoli uccelletti, sorpresi dal nostro apparire, sempre affamati e alla ricerca di qualche seme da mangiare.

Il loro comportamento è a volte buffo, a volte curioso.

Nel periodo degli amori, all’inizio della primavera, è sempre il maschio a prendere l’iniziativa, con un atteggiamento di approccio alla femmina quasi prepotente. Con le ali abbassate di lato, penzoloni, la coda alzata a pennacchio e lo sguardo fisso si avvicina e incalza la femmina con emissioni canore forti e insistenti. A volte al corteggiamento partecipano più maschi, che finiscono irrimediabilmente per azzuffarsi tra loro, mentre la femmina si allontana in sordina, senza interessarsi minimamente se alla fine vi sarà un vincitore. Quando decide di accettare la corte del maschio si concede senza indugi, assumendo un atteggiamento che definirei “civettuolo”. La coppia così formatasi rimane generalmente unita per tutta la vita, salvo quando uno dei due viene a mancare, costringendo l’altro a cercarsi un nuovo partner.

I passeri sono molto prolifici. arrivano a deporre anche quattro covate ogni anno, di 5/7 uova ciascuna. Entrambi concorrono alla cova e allo svezzamento dei piccoli, che in breve lasciano il nido per costituire “bande di giovani che scorrazzano ovunque, diffondendo nell’aria una chiassosa allegria. Nei primi giorni dopo la schiusa i nidiacei sono nutriti con insetti, poi via via i pasti sono integrati da semi parzialmente digeriti nell’ingluvie dei genitori, fino a giungere ad un tipo di alimentazione quasi esclusivamente granivora, come sta ad indicare il loro robusto becco.

Durante l’estate li possiamo osservare fare “bagni di terra” rotolandosi con gusto dove il terreno è polveroso, per liberarsi dai fastidiosi parassiti che si annidano tra le piume e li tormentano con le loro punture. Un atteggiamento tipico di molti gallinacei e di mammiferi, ma che osservato nelle popolazioni di passeri, su una strada di campagna, diventa persino divertente.

A fine estate la popolazione dei passeri raggiunge un picco di densità molto elevato, ma la legge naturale interviene a riportare un necessario equilibrio: solo i più scaltri supereranno le insidie e affronteranno con successo le difficoltà dell’inverno, e l’anno successivo parteciperanno al risveglio gioioso della natura. 

GALIZZI FLAVIO

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